«Ecco gli esempi di palesi falsità, trasfigurazioni del vero e violenza espressiva di Repubblica e Il Fatto quotidiano nei miei confronti». Oggi in una conferenza stampa nel palazzo della Regione Lombardia, il governatore Roberto Formigoni ha illustrato quali siano le falsità scritte sul suo conto dai due quotidiani nei loro articoli tra il 26 e il 28 maggio. In particolare, in merito all’interrogatorio del 19 maggio di Pierangelo Daccò – oggi detenuto in carcerazione preventiva a Opera.
Come potete vedere dalla nostra fotogallery, Formigoni ha raffrontato i verbali dell’interrogatorio di Daccò e quanto riportato dai due giornali. Le schede che vi mostriamo sono quelle distribuite dal governatore lombardo ai giornalisti presenti in conferenza stampa.
Formigoni va, dunque, all’attacco mostrando le carte. «Carta canta e villan dorme», ha detto. Il presidente della Lombardia ha prima precisato di avere avuto conferma dalla Procura che il verbale dell’interrogatorio di Daccò era coperto da segreto istruttorio (e quindi non pubblicabile), ma poi – dopo averlo confrontato con quanto riportato dai due quotidiani – di aver anche visto le differenze tra i due scritti.
«È una sorte di golpe» ha dichiarato Formigoni. «Una aggressione politico-mediatica, che ha spacciato per vere dichiarazioni di Daccò che erano secretate e che sono state manipolate». Il governatore ha anche annunciato di aver dato mandato ai suoi legali di querelare Il Fatto e Repubblica per quanto apparso sulle loro pagine nell’edizione odierna. E per l’articolo pubblicato oggi dal Fatto quotidiano dal titolo “9 milioni di euro, i soldi di Daccò a Formigoni”, la procura di Milano ha avviato un’indagine nei confronti di tre giornalisti del Fatto e del suo direttore Antonio Padellaro. L’ipotesi di reato è pubblicazione arbitraria di notizia coperta da segreto istruttorio: l’informativa della polizia giudiziaria di cui si parla nell’articolo, infatti, non è ancora stata depositata negli atti dell’indagine su San Raffaele e Fondazione Maugeri.