E dire che aveva già avviato alla grande la sua personale campagna elettorale. Sfrecciando sui social e tappezzando le metropolitane milanesi con quel suo faccione barbuto e l’occhio ammiccante, sfondo giallo e slogan all’insegna di «onestà, esperienza e competenza»
Ad oggi però, Riccardo De Corato risulta essere un “candidato trombato” in partenza. Che attende mesto e strabiliato il pronunciamento del Tar sul ricorso presentato da Fratelli d’Italia dopo l’esclusione dalla competizione elettorale per il rinnovo del consiglio e sindaco di Milano. «Un errore puramente formale» spiega a tempi.it lo storico leader della destra in doppiopetto. «È saltato un rigo durante l’operazione di copia in colla del modulo di descrizione del simbolo elettorale. Volevamo far stare il testo tutto su una pagina e invece il compattamento ha lasciato fuori, appunto, quel rigo maledetto. Ecco tutto. Qui non ci sono furbate, ma solo errori materiali in 48 su 276 formulari. Speriamo che il Tar dimostri comprensione e non consenta una campagna elettorale in qualche modo falsata dalla nostra assenza».
IL TEMPO PASSA. E così, dopo 31 anni di onesta e battagliera presenza in comune, il già consigliere, vicesindaco, assessore, mitico consumatore di suole delle scarpe (si dice che conosca ogni piega di Milano), è fuori gioco. Non resta che il Tar. Ma dal tribunale amministrativo non filtrano grandi speranze. L’errore c’è, la forma è tutto, Fdi si rassegni. Voci, solo voci. Ma sembra che non abbiate chance di rientrare. Che succede se il Tar risponde picche? «Andremo al Consiglio di Stato». Campa cavallo. «Sì, ora che arriviamo a sentenza a Roma, qui si sarà già votato. E comunque il tempo passa…». E nel caso (molto probabile) che foste definitivamente fuori dall’agone elettorale, che farete, su che lista orienterete il vostro voto? «I nostri militanti sono già presenti in tutte le zone. Ci riuniremo e vedremo il da farsi». Fratelli d’Italia non ha dubbi sul voto. «Chiaro che siamo e rimarremo alleati al centrodestra e sostenitori di Parisi sindaco». Voterete direttamente la lista Parisi? O avete altre ipotesi? «Per carità. Aspettiamo almeno il responso del Tar. E poi vediamo».
E UN AMICONE IN COMUNE? Intanto anche qui a Tempi c’è un direttore candidato che osserva con sognante egoismo la partita che si gioca in queste ore. «Capisco che non è elegante dirlo», ci dice Luigi Amicone. «Però, non facciamo gli ipocriti, se Fdi non rientra in gioco, è chiaro che quel voto diventerà contendibile nell’ambito del centrodestra. Per quanto mi riguarda, ricordo che con De Corato lo scorso anno abbiamo promosso il convegno pro famiglia in Regione Lombardia. Su molti temi la pensiamo allo stesso modo – per esempio la difesa della famiglia naturale e la tolleranza zero per la droga – perciò non sarebbe affatto strano un accordo tra Fdi e Forza Italia. Nel partito di De Corato ho anche molti amici, penso a penso Marco Osnato. Ovvio che mi auguro che Fdi sia riammessa alla corsa. Ovvio che la storia di De Corato e dei suoi non meriterebbe questa sanzione per un errore puramente materiale. Ma se non succede, ragazzi, perché non dovrei augurarmi che Fdi si sposti su Forza Italia e su un Amicone in comune?».
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