Per il direttore di Tempi, Luigi Amicone, «quella di Rimini è una platea intelligente, mentre il giudizio di Famiglia Cristiana è motivato da un pregiudizio: sono schierati contro Monti e usano anche il meeting di Cl per prendere le distanze dal premier. È un modo malevolo e sciocco di fare demagogia» (Corriere della Sera, pag 13). Per Amicone, quelli di Famiglia Cristiana «sono orfani del bipolarismo prodiano» (La Repubblica, pag 10). «Anche D’Alema e Bersani», ricorda al Messaggero, «qui hanno preso i loro applausi. È normale. San Paolo in una delle sue lettere invita a pregare per coloro che ci governano. E lo fa guardando al potere non come a una cosa necessariamente negativa, ma come allo strumento attraverso il quale si possono fare cose positive. Questa è dottrina. E se Famiglia Cristiana invece pensa che il potere sia soltanto una cosa negativa ce lo dica con chiarezza». E al Mattino chiarisce: «Il popolo del Meeting accoglie cordialmente tutti i rappresentanti delle istituzioni indipendentemente dalla politica».
Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, non vede «niente di strano» nel fatto che i ciellini «applaudano Papi, premier; capi di stato e i loro leader». «Fanno molto altro, encomiabilmente». «Famiglia Cristiana è gretta nei suoi giudizi politici, è partitante e combriccolare in modo sciocco e canicolare. Parrocchiale sarebbe un complimento, visto che le parrocchie sono il suo sostegno e spesso sono cosa assai seria. Detto questo, mi auguro che a Rimini trovino il modo di mettere nell’infinito dei loro pensieri, delle loro preghiere e anche dei loro applausi e fischi l’infinitamente ingiusto della carcerazione preventiva come tortura inflitta a loro compagni di strada» (Il Foglio, lettere al direttore).
Secondo Raffaello Vignali, deputato del Pdl ed ex presidente della Cdo: «Se invece di sputare sentenze da lontano venissero a vedere quello che accade a Rimini, quelli di Famiglia Cristiana forse si renderebbero conto del livello dei contenuti e delle domande molto spesso fortemente provocatorie che il Meeting pone a coloro che invita a intervenire; così come chi interviene si rapporta a quelle stesse domande» (Corriere della Sera, pag 13).