Neanche il tempo di festeggiare l’approvazione della legge sulle unioni civili, che Emma Bonino e Ivan Scalfarotto rilanciano: «Ora tocca a eutanasia e cannabis». Bonino insiste sul «diritto a una morte dignitosa» perché «sulle scelte personali il proibizionismo non funziona». Funzionerebbe piuttosto il liberismo per la militante radicale e l’ultimo rapporto sull’eutanasia in Olanda, l’apripista della “buona morte” nel mondo, dimostra quanto.
5.561 UCCISI. I numeri, secondo l’ultimo rapporto del governo, sono in costante aumento: 5.561 persone sono state uccise nel 2015, contro le 5.306 del 2014 (+4 per cento). Rispetto al 2006, c’è stato un aumento del 289 per cento. In particolare nell’ultimo anno, crescono gli olandesi che hanno chiesto l’eutanasia perché affetti da demenza (109 nel 2015 contro gli 81 del 2014) o da problemi psichiatrici (56 contro 41). I numeri tengono conto solo delle morti regolarmente denunciate. Secondo uno studio quinquennale uscito nel 2012 su The Lancet (il prossimo uscirà nel 2017), il 23 per cento dei casi non viene riportato a causa di irregolarità.
QUATTRO PER CENTO. Quasi il 4 per cento di tutti i decessi in Olanda avviene attraverso un’iniezione letale. Non male per una legge approvata nel 2000 per regolamentare poche eccezioni. Secondo l’ultimo rapporto, in appena quattro casi i medici avrebbero potuto uccidere un paziente infrangendo la legge. Ma non c’è bisogno di conoscere i casi illegali per sapere che cos’è diventata l’eutanasia in Olanda, quelli legali bastano e avanzano.
RAGAZZA VENTENNE. Tra le persone uccise nel 2015 c’è anche una ragazza intorno ai 25 anni, che per 15 anni ha sofferto fisicamente e psicologicamente degli abusi subiti da piccola. Depressione e anoressia sono solo due dei disturbi da cui era affetta. Il dottore ha giudicato inutile aiutarla, dal momento che la ragazza soffriva in modo «insopportabile» e «senza speranza di guarigione». Per questo ha accettato di ucciderla.
ANCHE IN ITALIA? Il caso ha fatto scalpore in tutta Europa, dall’Olanda all’Inghilterra, passando per Francia e Belgio. Robert Flello, deputato laburista inglese, ha commentato: «È sconvolgente. Manda quasi il messaggio che se sei vittima di abusi, e come risultato soffri di problemi mentali, devi essere punito con la morte, che la punizione per il crimine di cui sei stata vittima è la morte». È questo che Emma Bonino vuole anche per l’Italia e per la difesa dei diritti delle donne che tanto le sta a cuore?
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