Due notizie diverse, ma lo stesso tema: l’eterologa. Dopo la sentenza della Consulta che, di fatto, ha smontato l’ultimo bastione rimasto in piedi della legge 40, alcune Regioni, come la Toscana, pur in assenza di una nuova legge, si sono dette pronte alle nuove pratiche. Ma è davvero tutto pronto? Oggi un’inchiesta di Avvenire mette in dubbio che la fecondazione eterologa sia «ai blocchi di partenza». «Mancano ovociti e spermatozoi da donatori “non profit”», scrive il quotidiano cattolico, secondo cui «in Toscana la banca regionale del seme è vuota» e anche «il Policlinico Sant’Orsola di Bologna ha dovuto rinviare a data da destinarsi le coppie in lista d’attesa per cronica assenza di cellule riproduttive fruibili».
LA FRETTA E LA REALTA’. Infatti, spiega Avvenire «i gameti donati prima della sentenza della Consulta e conservati nei vari centri non sono utilizzabili per almeno altri sei mesi, perché non sono stati sottoposti ai test di sicurezza per accertare varie patologie, tra cui l’Hiv». Non una cosa da poco, insomma. Con l’eterologa, infatti, il donatore è esterno alla coppia, ergo i controlli devono essere più rigorosi rispetto all’omologa, l’unica finora consentita nel paese. Quelli crioconservati devono quindi essere “controllati” prima di essere utilizzati.
Avvenire spiega poi che esiste un altro problema: gli ovociti crioconservati in Italia provengono da donne di età avanzata. Un loro impianto potrebbe essere inutile. Ponendo anche il caso che si trovino donatrici che, volontariamente e gratuitamente, donassero i loro ovuli, il quotidiano si chiede: chi sarebbero queste persone che accetterebbero di sottoporsi a lunghe procedure invasive giocandosi le proprie ferie? Unica alternativa sarebbe l’acquisto di “materiale” proveniente dall’estero, con tutto quel che comporta regolare una pratica simile, e che certamente non è a basso costo. «Il prezzo di un singolo ovocita sul mercato oscilla tra i mille e i duemila euro. A fronte di questa spesa, che va moltiplicata esponenzialmente perché è irrealistico assicurare la fecondazione con un solo tentativo, le probabilità di ottenere una gravidanza restano molto basse e analoghe a quelle da fecondazione omologa: si parla del 30-35% a seconda della qualità dell’ovocita utilizzato. Nel rapporto costi/benefici, quale struttura pubblica può sostenere questi costi vivi?».
LOMBARDIA IN CONTROTENDENZA. La Regione Lombardia va in controtendenza rispetto a quanto annunciato dalla Toscana e dall’Emilia-Romagna. Oggi la Giunta regionale ha approvato una delibera relativa all’eterologa avanzata dal Nuovo centrodestra. In essa si prevede la limitazione alle coppie eterosessuali e una serie di paletti a garanzia dei figli in modo da «evitare ogni deriva eugenetica» e di diventare «il gametificio d’Italia», come dice il consigliere Ncd Stefano Carugo. «Quando si legifera su temi di questa portata – ha scritto il consigliere Ncd Luca Del Gobbo – bisogna muoversi con decisione e molta attenzione se non si vuole rischiare di creare inutili e deleterie ambiguità, questo è il metodo di lavoro che la Giunta ha saputo portare avanti grazie al confronto e dialogo tra tutti i partiti che compongono oggi la maggioranza. Ancora una volta la Lombardia dimostra di essere un’eccellenza su questi temi e di non aver nulla da imparare da altre Regione, come la Toscana o l’Emilia-Romagna».