Domenica si va dal Papa. L’appuntamento sarà quello dell’Angelus e sarà una bella occasione, popolare e di fede, per salutarlo. In questi giorni, in queste ore, il Pontefice ha spiegato con umiltà e chiarezza, il senso del suo gesto. Non vale troppo la pena – se non per comprendere meglio a quali grottesche vette possa arrivare il mainstream mondano – soffermarsi troppo sui toto-papa dei giornali, le lotte di curia, i “retroscena shock” (che poi durano lo spazio di un battito d’agenzia), con cui i media cercano di dare una spiegazione del suo gesto. Le parole migliori per comprenderlo le ha date il Papa.
Oltre queste, ci sono solo le girandole delle interpretazioni e le maleparole degli a-priori ideologici (ma li avete letti i vari Scalfari, Mancuso, Saviano, Kung?). A questi si possono opporre, sine ira ac studio, le tante attestazioni d’affetto e stima che in queste ore tanti cattolici stanno facendo pervenire a Benedetto XVI. È proprio vero che, a volte, le persone semplici la sanno più lunga di quelli che firmano gli editoriali in prima pagina.
E noi, che gli editoriali ogni tanto li dobbiamo scrivere per mestiere, questa volta ci saremo coi tanti che domenica saranno in Piazza San Pietro con Benedetto XVI.