Dopo aver detto che fra le vittime dell’attentato a Nassiriya andava ricordato anche il kamikaze, oggi la deputata grillina Emanuela Corda ha ritrattato. O, almeno, ha tentato di farlo. «Non ho fatto l’elogio del kamikaze – ha detto oggi alla Camera – ma, al contrario, ho denunciato l’orribile ideologia che, sfruttando la disperazione e l’ignoranza, lo ha portato a trasformarsi in una bomba umana». Quindi le scuse: «Se le mie parole hanno soltanto minimamente offeso i familiari delle vittime di Nassiriya, chiedo scusa a loro perché questo non era in modo alcuno mia intenzione».
«SI SCUSI MARTINO». Si fosse fermata qui, il caso avrebbe potuto dirsi concluso. Solo che Corda ha voluto aggiungere altro, attaccando l’allora ministro della Difesa Antonio Martino: «In un paese normale a fare scandalo dovrebbero essere le lacrime del ministro della Difesa dell’epoca, versate ieri in Parlamento, per aver portato l’Italia in guerra in base ad una menzogna, l’esistenza di armi di sterminio di massa, e dal quale ancora non abbiamo sentito le scuse. Tali scuse sarebbero invece doverose sia nei confronti dei nostri militari che ci hanno lasciato la pelle sia nei confronti del popolo iracheno che continua ancora oggi a versare sangue innocente».
LE PAROLE DI MAURO. Sulla vicenda è intervenuto il ministro della Difesa Mario Mauro che ha spiegato che «ci sono coloro che sono operatori di pace, e ci sono i terroristi. Ci sono i carnefici e ci sono le vittime. La storia, grazie a Dio, ci rende possibile distinguere bene gli uni dagli altri. Credo che questi giorni debbano essere dedicati alla memoria, al ricordo commosso, ma anche all’esaltazione del significato di ciò che è avvenuto, e quel significato è inequivoco».
PINO CHET. Una gaffe molto ridicola è stata compiuta da una collega di partito di Corda, la senatrice M5S Sara Paglini che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un post in cui, in un italiano piuttosto zoppicante, le chiedeva di ritrattare le sue dichiarazioni. Tutto bene, finché non è incappata in un curioso refuso: «Per favore, non giustifichiamo tutto, altrimenti mi verrebbe da pensare che qualcuno un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pino Chet…»