«Volevo ringraziare tutti i palermitani perché il rispetto che mi hanno concesso va al di là dei punti in classifica». Così Delio Rossi, ieri, si è congedato dalla città di Palermo. Non voleva parlar male di nessuno, nemmeno rilasciare dichiarazioni scottanti. Quelle semmai «le scriverò alla fine dell’anno in un libro, quando le bocce saranno ferme». Rossi voleva solo salutare e ringraziare i tifosi e la squadra.
«L’allenatore passa, il presidente e i giocatori passano, ma il Palermo resta». A questa affermazione sono partiti gli applausi e i cori a favore di un allenatore che ha dato tanto alla città e costruito una squadra che gioca un buon calcio, fatto da giovani davvero interessanti. L’unico problema è stata l’impazienza del suo presidente, il mangia allenatori Zamparini. Ma cosa si poteva pretendere di più? Il Palermo è la squadra italiana con l’età media più bassa e oggi è a un punto dalla qualificazione in Europa League, obiettivo di inizio stagione.
«Sulle critiche che ho ricevuto a livello professionale non ho niente da dire, le accetto tranquillamente. Ma le critiche a livello personale non le accetto da nessuno, nessuno si deve permettere. Io ho lavorato al meglio delle mie possibilità e alla sera riesco a guardarmi allo specchio tranquillamente, non mi posso vergognare». Anche a questo punto partono applausi e cori per Delio Rossi che visibilmente commosso, si alza, ringrazia e saluta – per l’ultima volta – prima di dirigersi verso l’uscita.