Mancano meno di 24 ore, e mentre a Palazzo Madama si corre per votare la legge di Stabilità entro oggi, Berlusconi continua a preparare il terreno, almeno mediaticamente, per la grande battaglia di domani. Dopo le dichiarazioni di stamattina, il Cavaliere ha incontrato a Montecitorio i gruppi parlamentari di Forza Italia. Presentandosi insieme a Raffaele Fitto e Denis Verdini, Berlusconi ha dichiarato che «È in atto una gara di velocità tra le Procure di Napoli e Milano a chi mi agguanta prima». Ma l’umore è sempre positivo, il Cavaliere scherza anche su: annuncia che durante il voto, previsto a Palazzo Madama a partire dalle 19 e senza interruzioni, lui invece «alle 21 sono da Vespa a “Porta a Porta”, ho ripreso a comunicare».
PICCHE A NAPOLITANO. Anche all’esortazione di Napolitano di non creare opposizioni di piazza, Berlusconi risponde frizzantemente picche, e anzi ai suoi parlamentari ha confermato che «Domani scendono in piazza tutti i cittadini che sono fortemente preoccupati per quanto sta accadendo e che hanno a cuore il futuro del nostro Paese e scendono in piazza non per difendere Silvio Berlusconi ma perché hanno a cuore la democrazia del Paese».
«STABILITA’ DELLE POLTRONE». Berlusconi ha quindi toccato il tema della legge di Stabilità (la votazione della fiducia al maxi emendamento inizierà alle 20.30, e alle 22 presumibilmente dovrebbe concludersi): «Questa è la legge di stabilità delle poltrone. Dobbiamo far capire agli italiani che solo concentrando i voti sul principale partito di centrodestra si può arrivare a governare il Paese», e poi scherzando ha infilato l’ennesima battuta: «Si ha un bel vantaggio ad essere di meno, almeno ora sono tutti simpatici, prima non si poteva dire la stessa cosa».
STÈFANO (SEL): «RISPETTATE PROCEDURE». Ha risposto all’attacco di Berlusconi il presidente della Giunta per le elezioni e immunità del Senato, Dario Stèfano (Sel), secondo il quale in Giunta «Abbiamo gestito una procedura che ha tenuto insieme l’avverbio immediatamente con il rispetto dei diritti. Abbiamo concesso a Berlusconi il massimo dei tempi perché si difendesse. Il regolamento riconosce a Berlusconi il diritto di costituirsi in Giunta: per due volte, lui non ha aderito ma ha inviato scritti difensivi».