Sembra l’avverarsi di una profezia fantascientifica, invece è realtà. Protagonista la Foxconn, grande produttore a livello mondiale nel campo dell’informatica e dei dispositivi elettronici, che ha deciso di rendere automatizzate le proprie fabbriche attraverso l´introduzione di una serie di robot. Ad annunciarlo Terry Gou, fondatore e attuale presidente della multinazionale taiwanese che in Cina, il quale ha comunicato di voler introdurre circa 300 mila robot l’anno nelle aziende del gruppo, per migliorare le proprie catene di montaggio. Gli investimenti riguarderanno soprattutto gli stabilimenti che si occupano di produrre per conto della Apple Mac, iPhone e iPad. Foxconn conta 1,2 milioni di dipendenti: lo scopo è quello di ridurre i costi di produzione e aumentarne l’efficienza. La manodopera cinese, infatti, non è più a basso costo come una volta, quando le aziende sfruttavano chi migrava dalle provincie più povere alle grandi città industrializzate. Negli ultimi anni, il costo del lavoro in Cina è cresciuto e anche Foxconn ha reagito alle pressioni delle autorità aumentando i salari del 30-40%, mentre un aumento di un altro 20-30% è previsto per il 2013.
Inoltre la Foxconn è tristemente nota per il gran numero di suicidi che hanno coinvolto i suoi operai: quattordici casi nel solo stabilimento cinese di Shenzen, che hanno aperto scenari desolanti sulle condizioni lavorative che i dipendenti erano costretti a sopportare. Lo scandalo aveva portato a una serie di indagini interne, a una difesa d’ufficio del capo di Apple Steve Jobs e soprattutto a un modulo fatto firmare dagli operai dalla Foxconn: l’impegno a non commettere suicidio. Per questa ragione l’azienda ha pensato di sostituire gli esseri umani con i remissivi, silenziosi e infaticabili robot che non sciopereranno, non si ammaleranno, non avranno problemi di orario e non chiederanno mai un aumento di stipendio. Per non parlare degli scioperi. La manodopera verrà quindi sostituita con un milione di robot entro il 2014. Un piano senza precedenti e un cambiamento, se non epocale, certamente simbolico: per la prima volta il costo del lavoro non sarebbe più inferiore al costo del capitale, vale a dire alle spese di costruzione e mantenimento delle macchine.