Il caso delle cure compassionevoli a base di cellule staminali, che il ministro della Salute Renato Balduzzi ha contribuito a far diventare un caso internazionale, è stato riportato ieri sul sito di Nature, una delle più autorevoli riviste scientifiche del mondo. Nell’articolo a firma di Alison Abbott, Nature racconta passo dopo passo la vicenda che vede coinvolti numerosi pazienti affetti di gravi malattie neurodegenerative, ad oggi incurabili, le autorità italiane e Stamina Foundation, onlus di cui il professore Davide Vannoni è presidente.
SCIENZIATI INORRIDITI. Nature riporta come gli scienziati siano «rimasti inorriditi» dalla decisione del ministro di autorizzare sui pazienti una terapia, a base di somministrazione di cellule staminali, potenzialmente pericolosa perché non «rigorosamente testata». Stamina pratica cure compassionevoli, terapie cioè non ancora del tutto sperimentate e legali in Italia per malattie gravi per cui non esista una cura. Ma la legge italiana prevede che vengano rispettate delle regole precise, stabilite perché i pazienti non vengano trattati come cavie, che Stamina non rispetta, a detta dell’Aifa. «Nel caso della terapia di Stamina, niente indica che la terapia sia efficace, per questo secondo me è illegittima» spiega a Nature Amedeo Santosuosso, giudice milanese e professore all’università di Pavia.
IL DIVIETO DELL’AIFA. L’8 e 9 maggio 2012, su ordine del pm Raffaele Guariniello che da quattro indaga Davide Vannoni e Stamina per truffa e somministrazione di farmaci pericolosi, l’Aifa insieme ai Carabinieri Nas ha condotto un’ispezione presso gli Spedali Civili di Brescia, dove Vannoni prepara le cellule staminali e le somministra a Sofia e altri bambini. Al termine dell’ispezione, l’Aifa «VIETA» le terapie a Brescia con Stamina perché «il laboratorio (…) dove il materiale biologico viene preparato e manipolato è assolutamente inadeguato», «non è disponibile alcun protocollo o resoconto di lavorazione», «non è disponibile alcun certificato di analisi», «i medici che iniettano il prodotto nei pazienti non risultano essere a conoscenza della vera natura del materiale biologico somministrato», «non risultano essere disponibili specifici pronunciamenti del Comitato Etico sul rapporto favorevole fra i benefici ipotizzabili e i rischi prevedibili del trattamento», eccetera.
BALDUZZI ASCOLTA SOLO LE IENE. Nonostante questo, fa notare Nature, il ministro Balduzzi «mettendosi contro le sue stesse agenzie» ha autorizzato tutti i pazienti che sono già in cura con Vannoni a Brescia a proseguire la terapia. «Ora il ministro afferma che una pratica sconosciuta, non autorizzata e che non ha pubblicato nulla è un “trattamento”» dichiara a Nature Paolo Bianco, scienziato che si occupa di cellule staminali all’università di Roma. Il ministro Balduzzi, insiste Nature, ha ceduto alle pressioni dell’opinione pubblica guidata dai servizi televisivi delle Iene. Giulio Golia, nella puntata di domenica 24 marzo, ha anche giocato un brutto scherzo alla fondazione Telethon, costringendoli con un “agguato” a un incontro faccia a faccia con Davide Vannoni. Senza preavviso le Iene hanno fatto entrare Vannoni nella stanza dove era intervistato Alberto Fontana, malato di Sma, membro di Telethon, AiSLA e AriSLA, senza preavviso. Così un’intervista di oltre due ore a Fontana, che ha premesso di «non essere uno scienziato» e quindi non adatto a un confronto sui fatti, è diventata un spezzone di servizio di pochi minuti e largo spazio è stato dato alle parole di Vannoni, che senza contraddittorio, spiegava come l’Aifa avesse mentito riscontrando «irregolarità faziose» e che le sperimentazioni sono inutili, «specchietti per le allodole».
MEGLIO NATURE O CELENTANO? Nature conclude il suo articolo riportando le parole del presidente dell’Aifa Luca Pani che, pur non commentando la decisione del ministro, conferma le decisioni prese dalla sua agenzia: «Il nostro divieto è ancora valido». Si può credere alla comunità scientifica italiana, agli atti ufficiali dell’Aifa, alla rivista scientifica tra le più importanti del mondo, oppure a Celentano e alle Iene che, come ricorda Alberto Fontana a tempi.it, «anni fa pubblicizzavano i trattamenti miracolistici in Cina e Thailandia incentivando i viaggi della speranza. Hanno illuso tante persone che ci fossero possibilità di guarigione. E non mi risulta che abbiano mai chiesto scusa».