Porto, turismo, abusivismo selvaggio, burocrazia elefantiaca e città metropolitana: sono le quattro grandi sfide che il neo sindaco Luigi Brugnaro dovrà affrontare. “Ghea podemo far”, il motto della nuova giunta, non può rimanere solo un buon proposito. Eletto domenica 14 giugno nuovo primo cittadino di Venezia, dopo un ballottaggio molto combattuto con l’ex magistrato Felice Casson in quota Pd, ad attendere Brugnaro c’è una città bisognosa di ritrovare se stessa.
UN FUTURO PER IL PORTO. «Il nuovo sindaco dovrà essere in grado cogliere l’occasione irripetibile di trasformare il problema della riconversione di porto Marghera nell’opportunità di sfruttare un asset senza pari». Non ha dubbi Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia ed ex sindaco della città: «Abbiamo a disposizione un’area di oltre 1000 ettari localizzata vicino al mare a cui dovremo garantire i collegamenti, oggi e domani, attraverso l’accessibilità nautica al porto, realizzando l’innovazione tecnologica del sistema del porto offshore-onshore».
REGOLE CHIARE PER IL TURISMO. «Bisogna attuare una seria politica dei flussi turistici che attualmente impoveriscono la città delle attività storiche e di qualità, soffocandole con una filosofia becera che porta solo sporcizia e decadimento. Se serve un pass per entrare in centro, ben venga». Gianni De Checci, direttore della Confartigianato cittadina, centra subito il punto: «La prima cosa che deve fare il nuovo sindaco è quella di consultarsi con gli esperti del settore per stabilire una volta per tutte qual è il limite massimo di turisti tollerabile dalla città e rispettarlo. È l’ora di darci un taglio con l’andazzo che si protrae ormai da vent’anni per cui chi fa artigianato di qualità viene espulso dal centro storico in favore di kebab e pizze al trancio».
ABUSIVISMO E BUROCRAZIA. «Brugnaro è l’uomo giusto per capire e risolvere problemi dei commercianti, perché anche lui è un imprenditore e sa quanto sia difficile fare impresa a Venezia», spiega Roberto Magliocco presidente di Ascom. «C’è da riorganizzare la burocrazia cittadina, che negli ultimi anni si è avvitata su se stessa. Venezia, ad oggi, è una città in balia dei venditori abusivi e di una macchina amministrativa che necessità quanto meno di un turn-over. Noi come commercianti attendiamo con ansia di poterci confrontare con la nuova amministrazione cittadina, e speriamo insieme di scalfire il muro di gomma che da troppo tempo blocca la nostra città».
CITTA’ METROPOLITANA. «Venezia e il sindaco Brugnaro devono far sentire l’hinterland metropolitano meno periferia, soprattutto le zone di Chioggia, Portogruaro e Cavarzere che sono snodi importanti per il Veneto e il Veneziano soprattutto». Damaso Zanardo, delegato della Confindustria per la città metropolitana, lancia un’autentica sfida: «Ci sono 40 milioni di euro a disposizione della costituenda città metropolitana, e mi risulta che i tecnici del Comune di Venezia abbiano già fatto dei piani a riguardo. Se però pensano di spenderli unicamente tra questa e quella isola della laguna, non hanno capito nulla, così vanno sprecati. Dobbiamo accorciare le distanze e far sentire tutti i cittadini di serie A. Il nuovo sindaco ha gli strumenti per fare tutto ciò, ha anche la maggioranza nel consiglio metropolitano, deve solo volerlo».