In Italia, l’eccezione è la norma. Ecco un esempio. Il Codice di procedura penale prevede un assunto semplice: l’indagato deve arrivare libero al processo. Per esigenze eccezionali di sicurezza sociale, tutela delle prove e per evitare la fuga dell’imputato è possibile disporre di misure che prevedono, come estrema ratio, la custodia cautelare. Questa possibilità però è abusata e così l’Italia si ritrova con 68 mila detenuti, di cui circa la metà in custodia cautelare, che molti chiamano ormai carcerazione preventiva. Di questi, l’esatta metà viene riconosciuta innocente dopo una fase di indagini preliminari.
«Si perpetuano in continuazione furti di vita»: così li ha chiamati Alfonso Papa, ex magistrato e politico del Pdl, che tra pochi giorni porterà in Parlamento una proposta di legge che prevede alcune limitazioni per la disposizione della custodia cautelare. Secondo la sua proposta, l’abuso può essere contrastato fissando nuove regole, chiare e non confondibili: potrà essere incarcerato in custodia cautelare per un massimo di sei mesi solo chi commette reati di sangue, mafia, terrorismo e disordine sociale; durante gli interrogatori tra pm e indagato dovrà essere presente un giudice e gli imputati dovranno essere detenuti in una sezione del carcere separata da chi, invece, sta scontando una pena.
«È necessario tamponare quella che è un’abitudine barbara praticata dalla giustizia del nostro Paese» spiega a tempi.it Renato Farina, parlamentare del Pdl e firmatario della proposta di Alfonso Papa. «È ovvio che se la legge fosse ben applicata, sarebbe già sufficiente per impedire obbrobri. Purtroppo la pratica contraddice il buon senso. Dunque, ben venga la proposta di Papa, il quale ha sperimentato sulla sua pelle l’uso improprio della custodia cautelare. In due sensi: il primo quando era pm a Napoli – e forse l’ha applicata lui stesso in modo troppo disinvolto – e durante l’ultimo anno, quando lo si è caricato di accuse inesistenti (questo è stato il giudizio della Cassazione) pur di punirlo per una sua militanza politica».
Quasi 300 deputati hanno firmato la proposta di legge promossa da Alfonso Papa, ma c’è anche chi avanza qualche critica. Maurizio Paniz, parlamentare pidiellino, dichiara: «Ho letto la proposta, ma non l’ho firmata. Papa ha ragione ha lamentare l’abuso della custodia cautelare, ma personalmente non la limiterei ai soli reati di sangue, rischia di essere vago. Il regime attuale deve essere meno interpretabile. Soprattutto vorrei che i magistrati responsabili di eccedere nel prescrivere la carcerazione preventiva siano soggetti a sanzioni».