L’Inter compie 103 anni, e Massimo Moratti dichiara di essere felice di come stanno andado le cose, di come si comportano i giocatori dentro e fuori dal campo. In realtà c’è una cosa che dà parecchio fastidio al presidente nerazzurro. E’ stato convocato per il 23 marzo dal procuratore della Figc, Stefano Palazzi, chiamato a prendere in esame l’esposto presentato quasi un anno fa dalla Juventus e che riguarda lo scudetto del 2006 assegnato a tavolino all’Inter ormai cinque anni fa.
«Con tutto il rispetto per il dottor Palazzi, che giustamente fa quello che deve fare, è però ridicolo il fatto che l’Inter, nella mia persona, debba presentarsi per questa cosa». Secca la risposta di Luciano Moggi che è arrivata a metà giornata da Radio Kiss Kiss: «Moratti dice che chiamare l’Inter è ridicolo? Forse non ha letto le intercettazioni. Che cos’è Calciopoli dopo cinque anni? Niente, non è successo niente. Di 170 mila telefonate ne hanno prese solo quaranta e tutte della Juventus. Le altre, sono tutte irrilevanti». Moratti si presenterà, ma senza avvocato. È questa la sua linea, perché lui si sente innocente ed estraneo alla vicenda.
E proprio per mettere un po’ di ordine a questa vicenda, per avviare un revisionismo senza ancoraggi di parte, Tempi, in edicola dal 10 marzo, pubblica un articolo che vuole spiegare quello che è successo e quello che sta accadendo, per avere un quadro, anzi «la cornice, perché il quadro non si vede ancora bene, perché raschiando il primo strato di colore si scopre che c’è qualcosa di diverso».
Perché Big Luciano non è stato ancora radiato? E se il tribunale di Napoli di fatto ridimensionasse le tesi sulla famigerata cupola del pallone? La farsa di Calciopoli alla moviola di un cronista sportivo che non si è mai unito alla curva antimoggiana. «Che cosa sta succedendo? Semplicemente questo: Calciopoli in realtà non è mai esistita, non c’era una struttura segreta. C’era, al massimo, una lobby che era più incisiva, nella pressione, di altre. Tutti telefonavano a tutti. Non c’era nessuno immune dalla “telefonia arbitrale”».
Un sistema che sicuramente andava ripulito, sicuramente era giusto mettere un freno a una promiscuità sospetta tra arbitri e dirigenti. Ma altrettanto sicuramente andavano cambiati molti dirigenti e non solo Giraudo e Moggi. Il caso non è ancora chiuso e per questo «tenetevi forte: la giostra girerà ancora a lungo. Dopo aprile viene maggio, ma dopo maggio arriva giugno».