In Parlamento europeo si lavora in ventitré lingue diverse. Per questo esistono dei software che traducono le risoluzioni o le proposte all’ordine del giorno. Mario Mauro, Capo della delegazione dei deputati Pdl nel Partito popolare europeo, racconta a Tempi del suo sgomento scaturito da alcune votazioni. Infatti, parlando con diversi parlamentari, si trovava d’accordo con loro su molti temi, soprattutto la difesa dei diritti umani più basilari e la denuncia delle violenze o discriminazioni, ma poi al momento del voto non capiva perché gli stessi parlamentari votassero contro quelle cose che dicevano di difendere. «Quello che mi sembrava strano – racconta l’onorevole – era che i parlamentari mi sembravano davvero in buona fede quando parlavano con me».
Perciò, Mauro ha cercato di capire che cosa facesse cambiare così tanto il consenso in aula. Innanzitutto, ha scoperto che i software di traduzione e selezione dei dati vengono pensati dalle strutture segretariali dei partiti: «Poi capii quello che avveniva: ad esempio, la parola “aborto” veniva sostituita da questi dispositivi con “salute riproduttiva per le donne”. La parola “cristiani” veniva addirittura cancellata».
E’ normale che un software segnali certe parole e selezioni i dati altrimenti «non riusciremmo a lavorare». Ma quello che impressiona Mauro è l’ideologia politically correct che oscura o travisa sistematicamente solo alcune parole: quelle più spinose.
«Così – continua il deputato – ho iniziato ad andare dai capigruppo spiegando loro che la mia risoluzione non era come l’avrebbero letta. Nel tempo, poi, fatta presente la discriminazione e negoziando duramente, hanno cominciato a modificare i software».
Ora si capiscono molte cose: pareva strano che pure davanti all’evidenza delle atrocità commesse contro i cristiani, i parlamentari non volessero votare una risoluzione di denuncia delle violenze. «I testi che vedevano un accordo ampio e bipartisan, fondato su ragioni umane comuni che vanno al di là degli schieramenti partitici, venivano boicottati a monte».