<<La prima sensazione che si prova di fronte ad un dipinto di Renata Rampazzi – dice Olivier Kaeppelin, direttore Fondazione Maeght di Saint Paul de Vence e curatore della mostra En suspension – è che qualcosa respiri, non che ci sia una composizione ‘leggera’ degli spazi, ma che veramente la superficie respiri, come si può dire di un corpo o di un petto. Un soffio anima la superficie dipinta e sfugge ai limiti dal quadro>>. Ma al di là delle emozioni, più o meno profonde, che oltre che dalle caratteristiche dell’opera nascono dalla predisposizione, sempre diversa, che ci fa accostare ad esse, è interessante l’idea del viaggio al centro di se stessi che l’artista ci aiuta ad intraprendere.
Un viaggio nel blu che tutti associamo al cielo e al mare calmo o increspato, nel verde della natura che svela gli istinti di libertà primordiale che tutti condividiamo, nel rosso del sangue e della carnalità dell’essere umano che si trova, come indica il titolo della retrospettiva – che rimarrà aperta fino al prossimo 15 settembre nella città provenzale di Le Lavandou – sospeso in un momento ideale che lo scioglie da tutto ciò che gli gira intorno.