Se il tema è la sicurezza (intesa come protezione del capitale investito), le obbligazioni della Banca mondiale dovrebbero rappresentare una garanzia. Di questi prodotti non si parla molto, tranne negli ultimi mesi in cui alcune emissioni sono state pubblicizzate più di altre volte, ma in realtà possono rappresentare un’alternativa per chi è stufo di azioni e titoli di stato (come ha spiegato il presidente uscente di Consob, Giuseppe Vegas, gli investimenti degli italiani in queste due categorie sono molto diminuiti nel periodo 2007-2016). Inoltre, non tutti sanno che le obbligazioni della Banca mondiale sono al riparo dal bail in (cioè da quella normativa europea che impone l’utilizzo anche dei depositi dei correntisti, sopra un certo ammontare, in caso di salvataggio di una banca in crisi). Attenzione, però, va anche detto che questi titoli sembrano più adatti a un profilo d’investitore che ha davanti un orizzonte temporale abbastanza lungo, anche 10 anni. Ma andiamo per gradi.
RATING TRIPLA A. La Banca mondiale raccoglie fondi sul mercato internazionale dei capitali per supportare progetti di sviluppo sostenibile nei paesi membri beneficiari. Questi progetti sono volti a ridurre la povertà e a stimolare una crescita equa e condivisa in numerosi settori, tra cui istruzione, sanità, agricoltura, sicurezza alimentare e infrastrutture essenziali. Le obbligazioni per uno sviluppo sostenibile offrono agli investitori l’opportunità di supportare i paesi membri nel raggiungimento dei loro obiettivi di sviluppo coniugando desiderio di un rendimento con quello di contribuire alla sostenibilità sociale e ambientale. Per questa sua attività la Banca mondiale gode di un rating tripla A, il che vuol dire che i titoli di debito emessi presentano un margine di sicurezza molto elevato per chi li acquista. In pratica, garantiscono capitale e rendimenti come sottolinea Andrea Baranes, presidente della Fondazione Banca Etica sempre molto attenta a segnalare gli aspetti particolarmente critici e speculativi del mondo del risparmio e degli investimenti. “Questo genere di prodotto sta diventando un nuovo tipo di bene rifugio, come un tempo lo erano l’oro e il mattone”, dice Baranes, “i risparmiatori stanno scoprendo queste obbligazioni sia per la crisi di fiducia che stanno vivendo con i mercati finanziari sia perché il livello dei rendimenti di altri prodotti è molto basso, quasi vicino allo zero”.
TITOLI SCAMBIATI IN BORSA. Per Baranes, un rating tripla A come quello della Banca mondiale rappresenta, dunque, una buona garanzia, in più queste obbligazioni, oltre a essere al riparo dal bail in, godono di una tassazione agevolata (imposta sostitutiva del 12,5%). Ma c’è un altro aspetto più tecnico da conoscere. I titoli sono scambiati anche a piazza Affari sul circuito secondario dell’Euromot e questo consente di poterli acquistare in qualsiasi momento (tramite la propria banca). Per esempio, le ultime due emissioni di obbligazioni sostenibili denominate in dollari australiani e dollari neozelandesi, si sono chiuse a fine aprile, ma questo non vuol dire che non si possano comprare come spiegano anche i consulenti dei call center disponibili tutti i giorni. Attualmente, le obbligazioni World bank presenti sul listino di Borsa italiana sono una decina in tutto, scadono tra il 2019 e il 2027 (a seconda dell’anno di emissione) e riguardano progetti di sviluppo di altrettanti paesi. Il tasso d’interesse è fisso e varia dal 3% per le emissioni in dollari australiani al 7,60% per quelle in real brasiliano.
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