Era proprio messa male la statua di Santa Margherita d’Antiochia del Museo Nazionale d’Abruzzo, “vittima”, insieme ad altre opere, dei disastri del sisma del 2009. Ma questa scultura barocca in legno policromo, nata dalla mano di un artista ignoto del XVII secolo, ha da poco ritrovato il suo antico splendore grazie all’intervento del Museo dei Cappuccini di Milano (istituzione che già nel 2009, in occasione della mostra Ottocento anni in piena Regola, aveva suggellato con l’Aquila un virtuoso rapporto di scambio ospitando la tavola del Maestro di San Giovanni da Capestrano con San Giovanni da Capestrano e storie della sua vita) che, grazie ad una raccolta fondi nel pubblico dal ricavato di 2334 euro, ha donato 2500 euro in nome della condivisione e della cura della cultura.
Risorta a nuova vita, la martire e santa delle partorienti, che prima dell’intervento aveva il braccio destro sconnesso rispetto al corpo ed era staccata dal basamento, è rappresentata nel momento in cui, ingoiata secondo la tradizione dal demonio sotto forma di drago, trionfa vittoriosa sopra di lui dopo avergli squarciato con la croce il ventre. Attualmente visibile al Museo del castello di Celano insieme ad altre opere restaurate, la statua sarà presentata a luglio alla mostra di Ortona – l’Arte in Abruzzo al tempo di Margherita d’Austria.