«L’Italia ha quasi tutto ciò che si può sognare», esordisce, ma deve ancora fare molto per risalire la classifica europea che la vede all’ottavo posto per investimenti americani, mentre «dovrebbe trovarsi al secondo o al terzo». Bene le riforme, ma ci vuole di più. «Non sono qui a fare una lezione su cosa il governo dovrebbe fare», premette, ma per offrire «consigli» su come «rispondere alle preoccupazioni» delle imprese Usa per avere «più posti di lavoro e crescita».
La giustizia è al primo posto. I manager americani sono scoraggiati ad investire in un Paese in cui la giustizia civile «è troppo lenta», dove ci vogliono «oltre tre anni per una decisione di primo grado su una semplice questione contrattuale» con milioni di dollari che rimangono immobilizzati, mentre negli Usa il 90% dei casi si chiude con una mediazione senza processo. Con l’introduzione della negoziazione obbligatoria si è intrapresa la giusta strada. Ok anche ai tribunali delle imprese, che hanno risolto il 70% dei casi in meno di un anno, ma si dovrebbe assegnare loro anche la competenza sui contratti, «esattamente il messaggio che l’Italia dovrebbe mandare agli investitori stranieri». Magistrati specializzati anche per le bancarotte produrrebbero risultati consistenti e veloci in modo «corretto e trasparente» per creditori e debitori.
John Phillips, ambasciatore Usa in Italia, lezione all’Università Bocconi di Milano, Corriere della Sera, 22 aprile 2016.
Foto da Shutterstock