Oh cazzo, ci siamo persi il global warming. Sperando in una primavera rovente, il Correttore di bozze aveva già preparato la mozzetta da spiaggia, ma a questo punto dovrà riporla nell’armadio in attesa di una mezza stagione un po’ meno mezza. Oggi il titolo di prima pagina di Repubblica infatti non lascia spazio alle speranze: “Il mistero della Terra che non si surriscalda più”. Fine del riscaldamento globale. Fine degli allarmismi. Ma soprattuto niente estate anticipata. Peccato.
Basterebbe l’incipit dell’articolo firmato da Elena Dusi a convincere anche il più cacasotto dei correttori di bozze che forse ultimamente si era un tantino esagerato, con il panico da clima impazzito: «Tra il 2000 e il 2010 cento miliardi di tonnellate di anidride carbonica sono finite nell’atmosfera. Ma la “febbre” del pianeta è rimasta costante. La Terra resta più calda di 0,75 gradi rispetto a un secolo fa ma dal 1998 non ha registrato nessun aumento di temperatura, in barba a tutti i modelli climatici che prevedevano un riscaldamento continuo causato dall’effetto serra».
Capite? Sono dieci anni che ci svegliamo col terrore di trovarci il livello del mare allo zerbino di casa per colpa dello scioglimento dei ghiacci, e invece «la Terra dal 1998 non ha registrato nessun aumento di temperatura». Sono dieci anni che l’estate arriva in estate e l’inverno arriva in inverno, eppure il Nobel arriva sempre al solito Al Gore. Sono dieci anni che ci affrangono con le “immagini shock” dei benedettissimi orsi polari costretti a schiattare di caldo in un Polo Nord ridotto a torrido deserto dal malvagio uomo occidentale, e invece era solo un cambiamento di 0,75 (zero-virgola-settantacinque) gradi. Sono dieci anni che ci sentiamo in colpa per ogni scoreggetta dal cul fuggita, e invece «la “febbre” del pianeta è rimasta costante». E soprattutto – riflette costernato il Correttore di bozze – sono dieci anni che misurano la temperatura con «modelli climatici che prevedevano un riscaldamento continuo causato dall’effetto serra». Ma non ce l’avevate un termometro?
È ovvio che Repubblica, dopo avergliela menata per tutto questo tempo, al Correttore di bozze, con l’impennata della temperatura, il caldo galoppante, l’afa inarrestabile e altre simili amenità, adesso mica può dargliela vinta tutto d’un colpo. Perciò la Dusi scrive che «è un mistero su cui i climatologi si arrovellano da mesi», che è un fatto «senza un risposta convincente» e che forse è «solo un time out». Anche perché nonostante tutto «i dieci anni più caldi della storia sono stati tutti registrati a partire dal 1998», e poi «i ghiacci artici la scorsa estate hanno raggiunto il minimo da quando sono iniziate le misurazioni», e inoltre «l’aumento della forza degli uragani ci ha appena regalato Sandy» e «l’Antartide, come il suo gemello agli antipodi, “dimagrisce” di cento chilometri cubici all’anno». E via elencando una serie di dati che a questo punto restano sostanzialmente inspiegabili non solo per il Correttore di bozze, ma anche agli adepti di Mario Tozzi.
Una pagina intera di giornale quando sarebbero bastate poche righe. Queste: “Ghiacci, orsi polari, effetto serra, uragani, in effetti è un casino. L’unica cosa sicura è che il global warming è una cagata pazzesca. Ci scusiamo con i lettori per anni e anni di allarmismo inutile”.