E’ tutto un altro mondo quell’imago urbis contemporanea. Lasciate indietro quelle stradine, quelle torri, quelle mura fortificate raccontate dalla mano degli artisti protagonisti della mostra di cui abbiamo parlato un paio di settimane fa Immagine della città europea, dal Rinascimento al Secolo dei Lumi, ci proiettiamo adesso nella città frenetica del mondo moderno vista dagli occhi del pittore francese Fernand Léger (1881 – 1955). <<Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto…>> – diceva l’artista protagonista della retrospettiva Léger 1910 – 1930. La visione della città contemporanea, aperta presso il Museo Correr di Venezia fino al 2 giugno 2014. <<La vista dal finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo…La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo>>.
Impossibile contraddirlo. Soprattutto se pensiamo come la sua idea di rivoluzione del ritmo di vita quotidiano, sia oggi elevata all’ennesima potenza.E il racconto di questa trasformazione della macchina urbana viene scandito, all’interno della personale veneziana, da oltre cento opere, di cui più di sessanta dell’artista francese, articolate in cinque sezioni: Il pittore della città, Spettacolo, Pubblicità, Spazio, Dopo il 1920. A risaltare tra i tanti lavori, il dipinto La Città, opera che dà avvio alla fase più sperimentale e cubo-futurista della produzione di Léger e che influenzerà un’intera generazione di artisti. Eseguito nel 1919 dopo l’esperienza del fronte della Prima Guerra Mondiale, il quadro è diventato un vero e proprio manifesto della pittura della città contemporanea.