Legno di timo, noce, olmo: sono questi i materiali delle sculture di Bruno Walpoth che da ieri invadono gli spazi della Accesso Galleria di Pietrasanta. La retrospettiva di cui sono protagoniste queste amabili e particolari presenze si intitola L’emozione del silenzio: i dieci personaggi scolpiti dall’artista, infatti, non interagiscono tra loro, e restano assorte nel proprio io, con i propri pensieri, invitando lo spettatore a godere della vita interiore. Come le sue opere, Walpoth è uno scultore silenzioso, che ama creare immergendosi nella beata solitudine del suo studio a Ortisei, vicino Bolzano. La sua mano si affianca a quella di molti scultori che hanno lasciato un segno nella trentina Val Gardena: artisti come i Demetz, Willy Verginer e Walter Moroder.
Ma torniamo alle belle sculture della mostra toscana, che resterà aperta fino al prossimo 16 luglio. Sono opere che si ispirano a modelli reali, amici o persone sconosciute: la loro realizzazione non proviene dalla pura fantasia, ma è l’elaborazione di una persona incontrata in un determinato luogo e in un preciso momento. Il realismo di queste sagome tende, però, a soddisfare una bellezza universale, sublimata da quel silenzio tanto amato che li accompagna dalla nascita alla fruizione da parte del pubblico. Silenzio interrotto soltanto dal rumore della motosega che l’artista usa per sbozzare la figura prima di passare agli scalpelli e alla raspa, e dal brusio degli spettatori.