Trafitti da una spada i corpi avvinghiati di Paolo e Francesca sembrano fluttuare nel vuoto, i loro occhi sono spalancati in una espressione agghiacciata e agghiacciante, come quelli di Cerbero e di Lucifero, protagonisti anch’essi della Divina Commedia dantesca che da circa settecento anni non ha mai smesso di stimolare la fantasia di pittori, incisori e miniatori. Sono due giovani artisti inglesi, Patrick Waterhouse e Walter Hutton, a dare questa volta una moderna interpretazione esponendo una serie di disegni su carta all’interno della mostra L’inferno di Dante. Una storia naturale visibile al Castello Angioino di Gaeta fino al 6 maggio 2012.
Ecco allora rivivere su carta le immagini del Conte Ugolino che immerso nell’acqua divora la testa del proprio figlio; del cane a tre teste guardiano degli inferi – Cerbero – di cui possiamo vedere persino l’intestino e di Lucifero che, anch’esso con tre teste, divora i dannati; dell’Inferno che, organizzato secondo la tradizionale suddivisione per gironi, si trova all’interno di una grande testa umana, l’inferno interiore che spesso l’uomo crea nella sua mente. Sospettoso il volto di Cristo che, baciato da un Giuda nella cui gola si nasconde un serpente, non nasconde il suo dolore per il tradimento ricevuto, ma che, allo stesso tempo, si rivela essere l’unico soggetto a trasmettere una serafica tranquillità.