Oggi è arrivato in aula alla Camera il disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. Il voto sul testo è già slittato al prossimo autunno a causa della presentazione di quasi 2.000 emendamenti. La legge consentirebbe di coltivare, possedere, comprare e fumare legalmente marijuana.
Puntuale come la morte, Roberto Saviano ha sbrodolato l’ennesimo articolo su Repubblica per dare il suo sostegno al ddl. Avendo esaurito gli argomenti per contrastare le ottime ragioni di chi si oppone alla legge, si è cimentato in un pregevole ragionamento che non sfigurerebbe nella neolingua orwelliana descritta in 1984. Scrive a conclusione del suo pezzo:
«Per questo il mio appello è rivolto soprattutto a chi non ha mai pensato minimamente di fare uso di droghe leggere né di volerne un uso di massa. Le parole d’ordine, insomma, sono “non voglio drogarmi, odio il consumo. E per questo legalizzo”».
Ineccepibile. Davvero meriterebbe di essere aggiunto agli altri tre slogan del Socing sulla facciata del Ministero della Verità: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza, odio il consumo di droga, quindi la legalizzo.
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