Il presidente della Camera, Laura Boldrini, in un’intervista al Corriere della Sera dell’8 ottobre u.s. ha detto, testualmente, a proposito dei clandestini naufraghi, che «il rischio di finire sotto inchiesta spaventa invece i pescatori che possono essere indotti a non aiutare chi è in pericolo».
Se si tiene presente che la Boldrini, prima di diventare presidente, veniva lautamente pagata dall’Onu per seguire gli immigrati, non si può pensare che non sappia cosa dica, in proposito, la legge Bossi-Fini al secondo comma dell’art. 12: «Non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno».
Pertanto, dire che esiste il «rischio di finire sotto inchiesta» significa indurre coloro che dovrebbero aiutare i naufraghi a evitare questo rischio.
È, al di là delle intenzioni, un invito all’omissione di soccorso. O no?
Diritto e Rovescio, Italia Oggi, 15 ottobre 2013