L'astrattismo figurativo delle opere di A. R. Penck
A.R. Penck, pseudonimo di Ralf Winkler, è uno dei maggiori esponenti del neo-espressionismo tedesco il cui stile personalissimo combina astrazione e figurazione. Dipinge con impeto, fuoco e passione, come i suoi antenati romantici da cui mutua quello sturm und drang che ha fatto la storia, proiettandolo nel suo e nel nostro presente, metamorfizzandolo in nuove linee e forme. Classe 1939, Penk nasce nella Germania dell’Est. Ritenuto sovversivo dal regime comunista gli viene negata l’ammissione all’Accademia di Belle Arti, ciò lo porta a una sperimentazione autodidatta in diversi campi, dalla pittura alla filosofia, dalla storia alle scienze, dalle religioni alla musica, da cui sboccia una diversificata produzione artistica che contribuisce al rinnovamento della pittura in Germania.
Ispirandosi alla pittura preostorica, Penck arricchisce di immagini arcaizzanti il suo lessico universale, soprattutto dagli anni ’70 in poi, quando l’uso di figure stilizzate e simboli elementari diviene sempre più frequente. Focalizzata proprio sulla sua produzione dalla fine degli anni Settata a oggi, la retrospettiva intitolata A. R. Penck, aperta dal 6 settembre fino a fine novembre 2012 al Cardi Black Box (Corso di Porta Nuova 38) di Milano, presenta 40 opere che raccontano i motivi centrali della ricerca creativa del contemporaneo artista tedesco. Non solo grandi dipinti su tela, ma anche sculture eseguite soprattutto dopo il suo trasferimento nella Germania dell’Ovest nel 1980 con l’uso di materiali come il marmo, il bronzo e il legno.
@ARTempi_