Una volta attraversato l’elegante cortile della Royal Academy of Art di Londra e saliti i gradini verso la sala che introduce l’attuale mostra “Degas and the Ballet“, sembra di essere catapultati all’interno di un carillon dove tre ballerine proiettate sulla parete volteggiano su se stesse. Inizia da qui il raffinato percorso espositivo dedicato al parigino Edgar Degas (1834-1917), il “pittore delle ballerine” che nel corso della sua vita ha subito il fascino di quella espressività che soltanto il movimento riesce a dare. Ed è proprio il movimento, studiato attraverso i passi di danza, le brevi pose, l’osservazione delle ballerine in sala prove e delle attrici in palcoscenico, a far da filo conduttore dell’intera retrospettiva. La progressiva fascinazione verso la figura in movimento ci viene presentata insieme alla fotografia, che si sviluppa negli stessi anni, e dei primissimi film.
A far da capofila ci sono opere come “The Rehearsal“(1874) – una delle prime e più ambiziose tele del pittore eseguita dopo aver osservato le ballerine nei backstage dell’Opéra cui aveva accesso – la “Little Dancer Aged Fourteen” (1880-81) – una graziosa scultura in bronzo che rappresenta una ballerina quattordicenne, Marie van Goethem, studentessa dell’Opéra che ha posato più volte per Degas, vestita con veri abiti – e la nota “The dance lesson” (1879) – dove il pittore sembra scattare un’istantanea di un particolare momento di riposo accademico dove alcune ballerine siedono esauste dalle prove mentre altre, in piedi, si aggiustano gli abiti. Accanto a queste, una serie di scatti e film di Nadar, Etienne Jules-Marey, Eadweard Muybridge e dei fratelli Lumière.
Inserito in questo contesto di suggestioni, Degas non ci appare semplicemente come il creatore di splendide immagini di ballo, ma come un moderno artista che, riflettendo sui temi relativi all’arte visiva, si mostra in totale sintonia con gli sviluppi tecnologici del suo tempo. Fino all’11 dicembre.