«Personalmente, la figura umana è stato uno dei temi che ho esplorato più spesso perché è un tema inesauribile, ancora pieno di possibilità e carico di significati e simbolismi, ma non è il solo – afferma Alberto de Braud. – Ho lavorato e lavoro ancora in altre direzioni e per questa ragione ho voluto fortemente in questa mostra offrire al pubblico una visione completa di questo soggetto a me caro e liberarmene per affrontare nuove avventure». Ecco quale è il concetto chiave della retrospettiva Fine del Gioco che il Museo Diocesano di Milano dedica, quattro anni dopo aver accolto la grande installazione Unexpected, all’artista milanese da anni impegnato all’elaborazione di opere basate sulla figura stilizzata dell’uomo.
Il senso di fragilità, l’equilibrio precario del rapporto tra società e individuo, e lo sforzo che ogni persona fa per affrontare mete e obiettivi sempre più complicati, sono concetti cari a de Braud, di cui investe non solo le sue sculture, ma anche le istallazioni, dove all’interno di ogni sagoma prende posto un simbolo nascosto da forme allegoriche. In mostra fino all’11 novembre 2012 una serie di creazioni decontestualizzate che offrono al visitatore frammenti di una realtà in bilico tra la dimensione del gioco e una bizzarra e sottile ironia che trasferisce un significato nuovo e inaspettato alla loro essenza che oscilla tra il surreale e l’esistenziale.