Cari amici, c’è chi assiste al concerto di Natale e chi assiste al concerto di Capodanno; io, dal letto della mia camera, ho assistito al concerto della Befana (niente battute scontate, per favore). Lo so, siete già invidiosi: chi di voi ha mai avuto un concerto tutto per sé? Tra l’altro, eseguito da un piccolo musicista venuto da Prato?
Ora vi racconto. Piera, la mia assistente OSS, ha un nipotino che suona l’organetto e un giorno mi chiede: “Ti farebbe piacere se Elias (questo il nome del talentuoso musicista) venisse a suonare per te?”. Potevo rispondere di no?
Il giorno stabilito, quando hanno suonato alla porta di casa, ho visto entrare un ragazzino, molto alto per la sua età, magrissimo e con una massa di capelli mossi in testa. Aveva l’aspetto molto timoroso, quasi preoccupato per ciò che avrebbe “dovuto affrontare”, una situazione nuova per lui, era “guardingo” e io sapevo il perché. Aveva manifestato alla zia e alla mamma la sua paura; era preoccupato gli facesse impressione il tubo che mi permette di respirare, e allora, accuratamente, avevo fatto poggiare una garza abbastanza grande in modo che non si vedesse più di tanto. Dopo l’iniziale imbarazzo e quando gli ho parlato col sintetizzatore, si è rasserenato, si è messo a suo agio e si è rilassato. I suoi occhietti vispi mi hanno fatto capire che dentro di lui c’era un grande talento. Quando ho chiesto spiegazioni sul suo organetto e che differenza ci fosse con la fisarmonica, è stato molto chiaro nella sua spiegazione come molti ragazzi appassionati di musica sanno fare. Mi ha colpito la vivacità con cui mi spiegava il funzionamento dell’organetto e questo è servito per rassicurarlo. Ero più emozionata di lui e dovevo dimostrargli che vivevo “normalmente”, nonostante le mie difficoltà. Dopo essersi messo a suo agio, si è preparato infilando le sue braccia nelle bretelle dello strumento ed mi ha chiesto cosa volevo suonasse. Ma io, visto che già era venuto a suonare per me, ho lasciato che fosse lui a decidere. Mica potevo “pretendere” di dettare legge sui pezzi che doveva eseguire!
Così ha cominciato a suonare la colonna sonora del film “Pinocchio”. Caspita, un vero maestro. Io seguivo rapita le sue dita che correvano tra i tasti, un vero incanto! Suonava un pezzo dopo l’altro, senza neanche fare una pausa, rapito dalla musica e senza guardare nessuno spartito, tranne che in qualche piccola eccezione, perché la musica era tutta dentro la sua testa! Ero meravigliata dalla bravura del mio “concertista”. Dopo ogni canzone non potevo che fargli i miei complimenti. Ha eseguito anche alcune musiche natalizie e alcuni pezzi di musica classica, passando da un genere all’altro con grande naturalezza.
A metà del concerto, per farmi piacere, ha suonato alcune canzoni dei “miei tempi” (niente battute scontate per favore/2!). Quando ha iniziato a suonare la musica degli “Intillimani”, non ho potuto resistere e cantare come faccio da circa dieci anni (e cioè “muta”). I miei ricordi sono andati indietro nel tempo, quando con gli amici suonavamo e cantavamo con la chitarra sulla spiaggia proprio queste canzoni. Infine ha chiuso il concerto con la mia canzone: “Oh Susanna”!
Ho applaudito mentalmente così tanto che mi sono “spellata” le mani. Non smettevo di osannarlo (sempre mentalmente) per la sua bravura e anche per il fatto che era venuto a suonare solo per me! Mai avrei pensato di avere un concerto tutto per me e soprattutto regalatomi da un ragazzino di soli 12 anni. È stato un altro regalo che la vita mi ha donato, e chi dice che sono sfortunata sbaglia, perché sono molto più fortunata di tante persone normali!
Un altro sogno inaspettato si è realizzato, e, come dico sempre, non smettete mai di sognare e di sperare nel futuro perché questo vi può riservare sempre nuove sorprese come sta succedendo ultimamente a me!
Pensate, un dodicenne venuto da Prato in vacanza che ha trovato una mattina da dedicare a me, da dedicare ad una malata, e simbolicamente a tanti malati!
Per circa un’ora ho avuto il “mio” concerto, non lo trovate meraviglioso tutto questo? Beh, io sì!
Ricordate che la speranza per il futuro e per il domani, non può e non deve finire mai!
GRANDE E SOPRATTUTTO GRAZIE ELIAS!
bacioni,
Susanna