Mille battute. Questo è il diktat. Per noi strabordanti rubrichisti da 3.000 e passa, duro da inghiottire (e 100 se ne sono già andate…). Meno male ci sono grandi che avevano il dono della brevità, pronti a venirci in soccorso. Come Achille Campanile. Quest’anno sono cent’anni dalla sua nascita e tra le iniziative c’è da sottolineare il varo di un bel sito (www.campanile.it), cosa rimarchevole vista la loffiaggine che caratterizza i siti letterari, specie quelli concepiti a mausoleo di singoli scrittori. E’ lì che abbiamo letto quanto segue: “Personaggio: QUELLO CHE NON C’E’. Una via solitaria di notte. Lampione a braccio. Un cane esce da una quinta a sinistra. Traversa la scena ed entra in una quinta a destra. TELA”. In 176 battute c’è un atto tragico, con tanto di sipario che cala come una mannaia. Come un Beckett venato d’ironia. Per arrivare alla fatidica quota mille vi dispensiamo due altre battute di AC: “Una certa età è un’età incerta”; “Abbiamo tutti un cuore durissimo, altrimenti si spezzerebbe”. L’umorismo è davvero una grazia. Alla prossima.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi