Il suo brontolio, tra un rantolo e un grugnito, ci accompagna dall’inizio alla fine del film. Si è immedesimato all’ennesima potenza Timothy Spall, l’attore britannico che dà il volto all’eccentrico pittore inglese vissuto a cavallo tra Sette e Ottocento, tra romanticismo e pre-impressionismo, William Turner (1775 – 1851), nel film Turner di Mike Leigh appena uscito nelle sale italiane. Non a caso la produzione ha ricevuto il premio alla 67° edizione del Festival di Cannes per la Miglior interpretazione maschile, e quattro importanti nomination agli Oscar (fotografia, scenografia, costumi, colonna sonora) e sulla fotografia Dick Pope ha fatto un lavoro incredibile. E’ un film complesso, va visto con massima attenzione per cogliere tutte le sottili sfumature delle personalità dei protagonisti. Un film ambizioso, che pur non lasciando nessun dettaglio stilistico al caso, scorre fluido raccontando, nel modo più umano e naturale possibile, gli anni maturi dell’artista, segnati dal duro lavoro, dai frequenti spostamenti, dalla perdita della persona più cara – il padre “chioccia” – e dalla scoperta dell’amore, per cui non è mai troppo tardi.
Gli splendidi lavori che oggi custodiscono la National Gallery e la Tate Gallery di Londra, regnano sovrani arricchendo gli sfondi delle sequenze. Scene marittime, di naufragi e tempeste, che pur essendo una presenza costante, non invadono mai la scena. D’altronde, non sono altro che il flusso solidificato dei pensieri e delle parole di Turner, il riflesso del suo carattere schivo e sfuggente, del suo desiderio di scoperta e di libertà. Ed è proprio intorno a quest’ultimo concetto che si snoda l’intero film, perché l’artista, con le idee ben chiare, ha deciso che anche le sue opere, una volta che lui sarà volato nell’altro mondo, non verranno relegate a belletto dei caminetti dei pochi ricchi disposti ad acquistarle. La vendita dei suoi capolavori è fuori discussione, essi sono destinati al pubblico, a noi che ancora oggi possiamo ammirarli liberamente e soprattutto, come da volere dell’artista, gratuitamente. Ma non tutti i suoi desideri sono stati realizzati: il lascito allo stato britannico non è stato mantenuto intatto e a soli ventidue anni dalla sua morte il parlamento promulgò una legge che consentiva il prestito dei suoi dipinti a musei fuori città. E’ così cominciata la dispersione delle sue opere, che per fortuna sono custodite con passione nelle più grandi sedi espositive del mondo, dalla Gran Bretagna, all’Italia, agli Stati Uniti.
Turner, 2014, regia di Mike Leigh, con Timothy Spall, dal 29 Gennaio 2015 nei migliori cinema