Settimana scorsa l’assessore partenopeo Antonella Di Nocera ha preso alcune misure per migliorare l’accoglienza e la sicurezza dei turisti nel porto di Napoli. Tra i provvedimenti attuati la creazione di una nuova segnaletica per indicare i percorsi pedonali verso i principali monumenti della città.
Dopo solo otto giorni la maggior parte dei cartelli risulta contraffatta allo scopo di sviare i turisti verso zone occupate da venditori abusivi, scippatori e truffatori di ogni tipo.
Dopo le scontate battute sulle “napoletanità” dell’operazione, che mi colpisce, è il fatto che si tratta di una tattica di guerra. La impiegarono i tedeschi dopo lo sbarco in Normandia, l’ho vista con i miei occhi in alcuni villaggi della ex Iugoslavia, ne ho subito le conseguenze in un paese dell’Est schiacciato dalla dittatura.
Disinformazione e guerra sono legate dalla proprietà transitiva: dove c’è l’una c’è l’altra e viceversa.
Per questo quando leggo, solo per ricordare i fatti più recenti, le farneticazioni grilline sull’intreccio mafia, Cl e Cdo o le bestialità republicone sui finanziamenti neonazisti al Duomo di Milano non mi viene di pensare a “furbizie napoletane” quanto piuttosto a vere e proprie tattiche di guerra.