Oggi sul Corriere della Sera appare un’intervista a Paul Berman, storico americano di idee liberal, con alcuni passaggi interessanti. Si parla della strage di San Bernardino (California), dove una coppia di musulmani ha ucciso 14 persone in un centro per disabili. «I nostri media liberal, di sinistra – dice Berman -, tendono a presentare i casi di terrorismo islamico negli Stati Uniti come se fossero tutt’altro. È “rabbia legata al posto di lavoro”, è un caso di follia, e così via. Ma alla fine i fatti vengono a galla».
NEGARE LA REALTA’. Oggi, spiega lo studioso, «è necessaria una risposta che riconosca il reale pericolo costituito dal movimento islamista e, allo stesso tempo, insegni al pubblico a distinguere tra musulmani estremisti e musulmani contrari all’estremismo. In teoria dovrebbe essere facile. Ma in pratica possiamo aspettarci da una parte appelli demagogici all’intolleranza e dall’altra il diniego della realtà di chi non vuol vedere ciò che sta succedendo. La situazione è pessima — per i musulmani americani e per tutti».
POVERTA’ E TERRORISMO. Illuderci che le scienze sociali possano spiegare il terrorismo, indagando le cause della povertà e dell’ineguaglianza, è un errore da evitare, spiega Berman: «Non spiegheranno mai perché qualcuno voglia farsi filmare mentre decapita persone la cui religione gli è sgradita. Alla gente piace pensare che le scienze sociali sappiano scrutare nel cuore umano. Dobbiamo invece indagare le ideologie stesse del terrorismo e dell’odio. E proporre delle alternative: è un dovere intellettuale. Certo, è anche un dovere di polizia e a volte un dovere militare».
DIALOGANDO CON L’AK-47. L’islamismo è «un’unione infernale tra il peggio dell’Europa e del Medio Oriente» perché «unisce ispirazioni totalitarie provenienti dall’Europa e una certa interpretazione dell’islam. Lo Stato Islamico affianca una “lettura” apocalittica dell’islam con una burocrazia da stato di polizia che ha poco a che fare con le tradizioni ottomane del lontano passato ma deve molto al partito Baath, basato sul modello sovietico. Il concetto islamista della cospirazione demoniaca degli ebrei invece è un’eredità nazista».
Davanti a tutto ciò è imprescindibile «incoraggiare il dialogo», ma, aggiunge Berman, «è pur vero che quando qualcuno tira fuori un Ak-47 e comincia a sparare, il momento per una conversazione fruttuosa forse è passato».
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