Pur essendo, a tutti gli effetti, la patria storica del rock’n roll, cioè il terreno dell’incontro tra le indiavolate gighe irlandesi dei pionieri bianchi e il canto salmodiante, appassionato e orante dello spiritual – blues degli schiavi africani, l’America musicale sembra immobile, aggrappata a queste tradizioni popolari, è come se non volesse rinnegare l’anima e il cuore della propria storia, l’anelito di qualcosa, Qualcuno che trascende la quotidianità, qualcosa o Qualcuno a cui lanciare il grido per una possibile redenzione, in mezzo a ferite e contraddizioni.
Sono questi i sentimenti che corrono e si insinuano durante l’ascolto del nuovo cd di Lucinda Williams. Nome alquanto sconosciuto al pubblico italiano, la Williams è considerata tra le più grandi songwriter americane viventi; cinquantasette anni portati con grinta, sulla scena dalla fine dei ’70 è una delle icone di quel blues che vira nel “roots ‘n roll”, creando cartoline sonore, istantanee di una comunità ai margini della metropoli, al confine con l’imponenza dei grandi ponti che solcano placidi fiumi e la campagna ampia e distesa al sole, solcata da strade polverose che bruciano la gola ai viaggiatori. “Blessed”, così titola la nuova fatica discografica di Lucinda Williams: benedetti, fortunati, benvoluti, uomini e donne che percorrono storie di stupore, dolore, guerra, ritorni a casa e abbandoni disperati. Con la sua voce, carta vetra che scortica la vita elemosinando un perché, sorretta da un tappeto elettrico di chitarre che si rincorrono entusiaste e accompagnate dal suono classico dell’hammond, con epiche accelerazioni o indolenti come un dondolo sulla veranda di una casa colonica sporca di polvere della prateria.
Un altro capolavoro di questo 2011, già così importante, con un grande comprimario alla chitarra, che porta il nome di Elvis Costello. E in più, nella versione “deluxe”, si può ascoltare tutto il cd, cantato e suonato “live” nella cucina di casa, quasi come a voler sottolineare la genesi domestica e calata nella realtà dell’insieme dei brani del cd, la cui filosofia sta tutta nella copertina, piena di facce coscienti che anche se non sono belle sono comunque benedette!