Chi semina vento raccoglie tempesta: «L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario. Ciò che ho in animo non è un capriccio di persona, è soltanto amore sconfinato e possente per la patria», disse Mussolini nel ’25, quando annunciò la decisione di chiudere il Parlamento, covo di chiacchieroni perditempo, e ne seguì il tripudio delle folle a Piazza Venezia. Il germe malato del qualunquismo sta sempre nel far credere che le istituzioni siano marce chiunque le rappresenti. Molti hanno attinto a piene mani al qualunquismo anche di questi tempi.
La Lega e Silvio Berlusconi prima, poi Di Pietro, adesso è il turno di Beppe Grillo: il gioco è sempre stato il medesimo, presentarsi come dei messia. Ma i messia in politica sono sempre pericolosi come il sonno della ragione che genera mostri. Mussolini e Hitler andarono al potere tra il tripudio dei rispettivi popoli, perché erano ritenuti allora uomini nuovi, incarnanti la verità. Erano ritenuti puri, proprio come oggi in piccolo si ritiene il nostro comico Grillo (e prima di lui, Di Pietro o Bossi, che ora vanta di non essere come i socialisti. Il Senatùr dimentica, però, che poco dopo che sventolò il cappio in parlamento, anche lui è stato condannato con sentenza definitiva, per finanziamento illecito).
La strada per il bene di questo paese non è il disimpegno dell’antipolitica. Al contrario, proprio per le storture di un certo modo di far politica che non siamo qui a negare, la strada per tutti noi (politici e elettori) è semmai raddoppiare l’impegno nel rispetto delle regole democratiche e costituzionali. In politica io il mio impegno, per quel che posso fare, lo metto tutto nel glorioso Partito socialista italiano, che nel suo dna porta proprio questo impegno a riformare il nostro paese nella tutela della dignità dei cittadini. E rispetto, e chiedo rispetto, chiunque metta lo stesso impegno anche in formazioni politiche quanto più distanti dalla mia, che però lottano per lo stesso obiettivo. (A proposito, buon 120mo compleanno Partito socialista: era il 1892, quando nascevi a Genova).