Il comune di Bruxelles ha fatto chiudere martedì una scuola coranica clandestina nel quartiere di Molenbeek, lo stesso dove sono stati organizzati gli attentati terroristi di Parigi. La scuola, secondo La Libre, era frequentata da 38 bambini dai tre agli otto anni. La decisione è stata presa dal borgomastro responsabile del quartiere Françoise Schepmans. Le autorità hanno tenuto a precisare che la chiusura non c’entra con eventuali accuse di terrorismo, che non competono loro, ma con infrazioni urbanistiche appurate.
MOLENBEEK. Il quartiere di Molenbeek è sotto i riflettori di tutto il mondo da almeno un anno. È abitato da 90 mila persone, il 30 per cento delle quali non ha lavoro e la religione di maggioranza è l’islam. Nel tempo sono state costruite una ventina di moschee ufficiali, ma ne esistono molte clandestine, tutte vicine all’ideologia salafita e dei Fratelli Musulmani. Due degli attentatori che hanno ucciso oltre 130 persone a Parigi provenivano da Molenbeek, dove uno di loro, Salah Abdeslam, è anche stato arrestato.
TERRORISMO ISLAMICO. Il fondamentalismo islamico è la vera religione del quartiere, come testimoniato a Tempi dalla giornalista Hind Fraihi, che già dieci anni fa aveva denunciato il pericolo dopo un reportage durato tre mesi. Non è un caso che il «90 per cento degli alunni delle scuole di Molenbeek considerano eroi gli attentatori di Bruxelles», come rivelato da un consigliere comunale della zona.
In percentuale, il Belgio è il paese che ha mandato più foreign fighters in Siria a combattere con lo Stato islamico. Ma i combattenti sono di nazionalità belga e tanti si chiedono come si sia arrivati a questo punto, dal momento che belgi erano pure gli attentatori di Bruxelles.
EDUCAZIONE CORANICA. La chiusura della scuola coranica può essere un indizio. I 38 bambini che la frequentavano erano segnalati alle autorità come alunni dell’educazione parentale, che frequentavano l’homeschooling invece delle scuole belghe. Non era così.
Invece degli istituti pubblici frequentavano la scuola coranica, dove le insegnanti, tutte rigorosamente in niqab, il velo integrale che lascia solo una fessura per gli occhi, non avevano nessun titolo per insegnare. Quali fossero le materie di studio non è chiaro.
Foto Ansa