Musica e danza sono già formalmente vietate in Iran, ma ora nella lista nera si aggiunge anche la zumba, la ginnastica aerobica che si pratica su ritmi latino americani, divenuta una moda in tutto il mondo. Come riporta il New York Times, anche l’Iran negli ultimi anni ha vissuto una svolta salutista e molte donne hanno cominciato a iscriversi in palestra e a frequentare corsi di questa pseudo-danza per perdere peso. Ma il presidente della federazione Sport per tutti, l’organizzazione statale volta a promuovere le attività sportive e uno stile di vita sano, ha messo al bando la zumba dichiarandola contraria ai precetti islamici. In una lettera, ha dichiarato «illegale» questa pratica in quanto prevede «movimenti ritmici e passi di danza in varie forme e sotto vari titoli».
A partire dalla rivoluzione islamica del 1979, i capi religiosi sciiti hanno codificato in legge una serie di severe regolamentazioni della vita quotidiana per evitare che i fedeli «cadano in tentazione e commettano peccati». Nonostante le trasgressioni siano punite con multe o frustate, gli iraniani tendono a osservare sempre di meno queste regole, come dimostrato dai balli per strada inscenati da migliaia di uomini e donne settimana scorsa per festeggiare la qualificazione della nazionale di calcio ai Mondiali del 2018.
Nella pratica, alcune attività molto popolari benché proibite sono spesso tollerate se praticate in semi-clandestinità o con un nome differente. I corsi di zumba, ad esempio, per molto tempo si sono chiamati «esercizi sulla musica», «aerobica avanzata» o «Mumba». Quattro anni fa però, un istruttore di zumba ha cominciato a chiamare questa attività con il suo nome originario, seguito a catena da molti altri, portando la Federazione a ribadire con forza il divieto a ogni tipo di danza.
«Anche se mi sembra un buon esercizio per la gente come me», ha commentato al Nyt Hossein Ghayyoumi, imam 66enne affetto da artrite, sostenitore del rieletto presidente Hassan Rohani, «in quanto religioso, ho imparato che la danza e la musica sono dei mezzi per cercare il piacere e dunque haram o illegali». Anche Zumba Fitness, azienda americana che controlla il marchio registrato, ha preferito non scontrarsi con il regime iraniano e ha abbandonato gli istruttori che lavorano nel paese. L’anno scorso ha revocato la licenza a un’istruttrice iraniana, Sunny Nafisi, che non ha alcuna intenzione di smettere: «Ho 40 iscritti al mio corso. Lo porterò avanti cambiandogli nome».
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