Alla Camera Alessandro Pagano, Area Popolare, ha votato contro la fiducia sulle unioni civili, allontanandosi così dalla maggioranza e dal suo partito. Con alcuni colleghi di Idea e dell’opposizione ha poi dato vita a un comitato per un referendum abrogativo.
Onorevole Pagano, perché un referendum?
Ci interessa portare i cittadini a riflettere sull’omogenitorialità, concentreremo il quesito referendario su questo. Chi dice che siamo contro le unioni civili a prescindere, solo per il gusto di criticarci, dice sbagliato. Io e l’onorevole Maurizio Sacconi avevamo proposto una legge che regolamentasse queste unioni per dare alle coppie gay gli stessi diritti di una coppia eterosessuale, dall’accesso alle graduatorie delle case popolari all’assistenza ospedaliera. L’abbiamo proposta nel marzo dell’anno scorso, ma non è stata presa in considerazione. Renzi ci ha preferito Monica Cirinnà, vicina alle lobby gay.
Siete sicuri che il referendum sia lo strumento più adatto per combattere questa battaglia? Non vi insospettisce il fatto che la stessa Cirinnà abbia dichiarato di essere favorevole, sperando, dopo il fallimento della consultazione, di aver ancor più mano libera per modificare la legge?
Faccia pure, io sono convinto del contrario. A breve depositeremo il testo del nostro quesito. Chiederemo al paese se è ammissibile che un bambino anziché un padre e una madre, abbia due padri o due madri. Secondo la legge occorre depositare 500 mila firme per procedere al referendum, ma io vorrei che ne raccogliessimo almeno 600-700 mila. Sarebbe bello riuscire a raccogliere le firme in 30 giorni, per questo chiederemo una mano al comitato “Difendiamo i nostri figli”.
Anche il ministro Angelino Alfano, suo riferimento in Ncd, è contrario al referendum. Al Corriere della Sera ha dichiarato che la legge è un buon compromesso, dato che non si parla di adozioni per gli omosessuali.
Nonostante tra me e il ministro Alfano ci sia amicizia e stima reciproca, sono totalmente in disaccordo con lui. Come può dire che sono state bloccate le adozioni, quando abbiamo avuto già cinque sentenze dopo la votazione del 25 febbraio? Sentenze, mi lasci dire, molto “artistiche”.
Foto Ansa/Ap