LE SANZIONI ECONOMICHE FUNZIONANO. Le difficoltà create al paese governato dal regime degli Ayatollah dalle sanzioni economiche europee e degli Stati Uniti cominciano a colpire la vita della gente. La vendita del petrolio, che costituisce la principale risorsa economica dell’Iran, è stata più che dimezzata. Inoltre, tra le sanzioni c’è anche il divieto alle banche mondiali di trattare con l’Iran e così il paese è tagliato fuori dal sistema bancario mondiale. Per questi motivi, con un’economia aggravata da una siccità che sta investendo il paese, la valuta iraniana la scorsa settimana è crollata del 40 per cento rispetto al dollaro americano provocando una corsa da parte della gente al cambio del rial iraniano con il dollaro americano al mercato nero.
NEGOZI CHIUSI E MANIFESTAZIONE. Ed è proprio al mercato nero di Teheran che ieri il regime, dopo che il presidente Ahmadinejad aveva invitato gli iraniani «a non scambiare il rial con il dollaro, che è “carta straccia”, ha inviato le guardie rivoluzionarie a bordo di moto, armate di catene, sfollagente e lacrimogeni. Un numero imprecisato di persone è stato arrestato. Per protesta, molti commercianti hanno chiuso negozi e bancarelle al mercato e si sono uniti alle proteste della gente nel centro della capitale. Una manifestazione piccola nei numeri, ma una delle pochissime dopo che nel 2009 quella dei giovani dell’Onda verde era stata duramente repressa.
AHMADINEJAD SFOTTE NETANYAHU. Mentre l’economia del paese crolla, Ahmadinejad, criticato ormai anche dal suo Parlamento, ha indetto una conferenza stampa dove, oltre ad accusare i paesi stranieri «per avere indotto in modo artificioso la caduta del rial», ha preso in giro il premier israeliano Netanyahu per il disegno sullo stato dell’atomica iraniana mostrato all’Assemblea generale dell’Onu: «È una cosa da bambini, non da uomini. Ha offeso la dignità di tutti i presenti. Oltretutto il disegno era fatto male, molto brutto, per cui consiglio a Netanyahu di studiare disegno per migliorarsi». Il presidente iraniano si mostra sicuro di sé ma dopo lo scontro (perso) con l’Ayatollah Khamenei è sempre più isolato.