Grillo vuole Rodotà al Quirinale ma nel 2010 gli lanciò una fatwa

Dopo gli esiti delle Quirinarie del Movimento Cinque Stelle (prima: Milena Gabanelli) Beppe Grillo è intervenuto per dire che se la giornalista non dovesse accettare la candidatura ci sarebbe Gino Strada («persona al di fuori della politica con una buona reputazione») oppure e soprattutto, Stefano Rodotà, «perfetto, spendibile dalla sinistra». Rodotà? Stiamo parlando dello stesso Rodotà contro cui Grillo pronunciò una “fatwa collettiva nel luglio del 2010? Sì, lui. Allora Grillo lo attaccava perché prendeva la pensione da parlamentare. Adesso, invece, è «perfetto e spendibile».

Ecco il testo pubblicato il 6 luglio 2010 sul blog di Beppe Grillo che accompagnava il video:

«Il blog lancia una fatwa collettiva contro tutti i parlamentari che hanno maturato (o stanno maturando in silenzio/assenso) il diritto alla pensione dopo una sola legislatura: “Ogni parlamentare che non rinunci al diritto di percepire la pensione acquisita dopo una sola legislatura sia maledetto“. È una fatwa gentile, infatti è sufficiente rinunciare alla pensione per sfuggire alla maledizione. Qualche milione di giovani non riceverà mai la pensione e molti milioni di anziani ricevono una pensione miserabile dopo 35/40 anni di lavoro, spesso usurante.

La pensione mensile netta dei nostri dipendenti (dopo soli 30 mesi di legislatura) è pari a un minimo mensile di 2.797 euro. La pensione è percepita al 65simo anno di età, ma solo per chi è stato eletto la prima volta nel 2008, tutti gli altri invece ben prima. Nel 2009, il costo delle pensioni parlamentari è stato di 219,4 milioni di euro. Ci sono parlamentari in pensione da 50 anni di età. Molti cumulano la pensione con altri vitalizi. Il Parlamento è un pensionificio e i parlamentari lo sanno bene. Infatti, il Parlamento si scioglie SOLO dopo aver maturato la pensione e quindi dopo due anni e mezzo. È la pensione applicata al principio di governabilità. I parlamentari che chiedono sacrifici agli italiani non sono stati capaci di eliminare l’odioso privilegio dei 30 mesi per il diritto alla pensione e di mettere un tetto massimo. Perché un parlamentare deve ricevere quasi10.000 euro al mese? In base a quale diritto? Il tetto massimo va ridotto a 3.000 euro lordi al mese. In caso contrario ogni cittadino non deve più versare un centesimo all’INPS.

Leggete questi nomi(*), sono solo un assaggio di chi percepisce un’ottima pensione (lorda) grazie ai contribuenti. Grazie a voi. Luciano Benetton: 3108, Rosa Russo Jervolino: 9947, TIziana Maiolo: 6590, Nicola Mancino: 9947, Pino Rauti: 9387, Alfredo Reichlin: 9947, Stefano Rodotà: 8455, Eugenio Scalfari: 3108, Vittorio Sgarbi: 8455, Giuliano Urbani: 6590, Walter Veltroni: 9014. Lo so che mentre leggete vi monta il sangue alla testa, stringete i pugni e vi si contrae lo stomaco. Per questo non ho riportato l’elenco completo, l’ho fatto per voi. Siate contenti che un diversamente lavoratore come Topo Gigio Veltroni abbia a 55 anni una pensione di novemila e passa euro, che Luciano Benetton possa confidare in una pensione di fronte ai possibili rovesci di mercato e che Scalfari disponga di un piccolo gruzzolo mensile. I parlamentari di oggi e di ieri prendono la pensione per noi. Perché ci si senta più buoni e tanto coglioni».

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