Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241
Direttore responsabile
Emanuele Boffi
Nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1989, l’esercito di liberazione del popolo cinese ha represso nel sangue il movimento studentesco e operaio che da più di un mese occupava piazza Tienanmen a Pechino. Chiedevano più libertà e meno corruzione all’interno del partito comunista. Secondo le stime più attendibili, fra le 200 e le duemila persone sono state uccise. Decine di migliaia sono stati arrestati come “controrivoluzionari” per aver partecipato al movimento.
MADRI DI TIENANMEN. Anche nel 27esimo anniversario della tragedia, il partito comunista nega che sia mai avvenuta e impedisce ai cinesi di ricordarla o parlarne. Le “Madri di Tienanmen” (qui l’intervista a una di loro), gruppo formato da genitori di studenti uccisi che chiedono al partito di commemorare la loro morte e di chiedere scusa, hanno scritto pochi giorni fa: «Per 27 anni abbiamo portato avanti con razionalità i nostri tre appelli: verità, responsabilità e risarcimento. È lo sforzo di vedere una giusta risoluzione agli errori commessi dalla giustizia il 4 giugno. Ma il governo ci ha ignorato, sostenendo che il massacro del 4 giugno – che ha sconvolto il mondo intero – non sia mai avvenuto in Cina e rifiutandosi di rispondere ai nostri appelli. Mentre i nostri connazionali, gradualmente, dimenticano gli eventi».
«NESSUN POTERE». «Un governo che senza alcuno scrupolo macella i propri cittadini, un governo che non sa come rispondere alle richieste del popolo, un governo che dimentica, mistifica e copre la verità della sofferenza storica è un governo che non ha futuro. È un governo che continua a commettere crimini. (…) In 27 anni abbiamo subito ogni forma di difficoltà, abusi da parte delle autorità e intimidazioni: non ci spaventa più nulla. Siamo convinti che la tragedia del 4 giugno debba inevitabilmente risolversi in maniera giusta e corretta: ne siamo convinti perché dalla nostra parte abbiamo la verità e il sostegno vigoroso di tante persone, giuste e di buon cuore, in tutto il mondo. Usiamo il nostro immenso amore materno per dire in pubblico alle future generazioni: non vi piegate alla forza bruta, affrontate ogni entità malvagia con coraggio, e la giustizia prevarrà! Il massacro del 4 giugno rimarrà per sempre inciso nella storia del mondo. Nessun potere, non importa quanto grande, potrà cancellarlo».
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