Quanto costano e quanto rendono i nostri soldi? Gli ultimi dati di Banca d’Italia

Tra gli indicatori monetari e finanziari del supplemeto al Bollettino statistico di Banca d'Italia vengono mostrati i tassi d'interesse applicati ai depositi (media per famiglie e società non finanziarie). I capitali lasciati nel conto corrente, hanno un rendimento annuo dello 0,54 per cento, I depositi non vincolati mantengono il loro andamento all'1,82 per cento. Pronti contro Termine, insieme ai depositi vincolati, dopo una crescita esponenziale tra il 2010 e il 2011 si sono stabilizzati in quota 3,13 per cento i primi e 3,26 per cento i secondi. Il grafico pubblicato da Banca d'Italia mostra il costo del credito bancario differenziato per soggetti. L'impennata avuta a cavallo tra il 2011 e 2012 per i prestiti al consumo sembra ormai stabilizzata intorno ai livelli pre-crisi (Taeg: 9,73 per cento). Senza troppe oscillazioni anche gli oneri per le altre categorie: mutui ipotecari e prestiti alle imprese. Si è allargato di oltre un punto e mezzo percentuale il differenziale tra il costo del denaro per i prestiti inferiori al milione e quelli oltre i sei zeri. Nei periodi antecenti la crisi il divario non superava l'1 per cento.

Tra gli indicatori monetari e finanziari del supplemeto al Bollettino statistico di Banca d’Italia vengono mostrati i tassi d’interesse applicati ai depositi (media per famiglie e società non finanziarie). I capitali lasciati nel conto corrente, hanno un rendimento annuo dello 0,54 per cento, I depositi non vincolati mantengono il loro andamento all’ 1,82 per cento. Pronti contro Termine, insieme ai depositi vncolati, dopo una crescita esponenziale tra il 2010 e il 2011 si sono stabilizzati in quota 3,13 per cento i primi e 3,26 per cento i secondi.
Il grafico pubblicato da Banca d’Italia mostra il costo del credito bancario differenziato per soggetti. L’impennata avuta a cavallo tra il 2011 e 2012 per i prestiti al consumo sembra ormai stabilizzata intorno ai livelli pre-crisi (Taeg: 9,73 per cento). Senza troppe oscillazioni anche gli oneri per le altre categorie: mutui ipotecari e prestiti alle imprese. Si è allargato di oltre un punto e mezzo percentuale il differenziale tra il costo del denaro per i prestiti inferiori al milione e quelli oltre i sei zeri . Nei periodi antecenti la crisi il divario non superava l’1 per cento.

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