La Festa di Sant’Agata a Catania, commovente dichiarazione d’amore di una città alla Patrona

Si è conclusa stamattina alle 10 in Cattedrale la festa per la Santa patrona di Catania Agata. La festa è la terza celebrazione più grande e seguita al mondo, con oltre un milione di pellegrini ogni anno che vi partecipano, tanto speciale che persino l'Unesco ha deciso di dichiararla patrimonio mondiale dell'Umanità (come il capoluogo etneo): qui è testimoniata dal reportage fotografico di Luca Fiore. La festa inizia all'alba del 3 febbraio, con i fedeli affollati al duomo di Catania per la messa dell'Aurora e prosegue quasi ininterrottamente, notte e giorno, sino al mattino del 6 febbraio. Documenti storici attestano che la santa, festeggiata dalla Chiesa il 5 febbraio, è celebrata dalla città già a partire da un anno dopo il suo martirio, avvenuto il 5 febbraio del 251 per volere del governatore romano Quinziano ed è probabile che le celebrazioni abbiano in qualche modo assunto al loro interno le antiche processioni pagane greco-romane alla dea della luce, Iside. Secondo gli storici, infatti, la festa unì sin dalle sue origini anche molti pagani, inizialmente anche solo come un momento di orgoglio cittadino contro il governatore romano, ma ben presto si trasformò in un profondo momento di fede. I catanesi hanno più volte invocato e visto la loro Santuzza come unica protezione persino contro la potenza naturale dell'Etna: tale è l'amore per la loro patrona, che per tre giorni centinaia di migliaia di devoti, abbigliati con il tradizionale sacco bianco, trasportano, tirando un lungo cordone, il fercolo con le ossa della santa, custodito su una pesantissima vara di argento massiccio. Altre migliaia di devoti li precedono portando a spalla le dodici candelore d'oro e legno massicci, ciascuna rappresentante una confraternita delle arti e dei mestieri e dal peso che oscilla tra i 400 e i 900 chili, eseguendo in una sorta di gara la tradizionale annacata, una vera dimostrazione d'amore, secondo i devoti, alla loro santa: sempre tenute a spalle, le candelore vengono fatte ballare in omaggio ad Agata. Innanzi alle candelore, in processione attraversano la città (anche loro notte e giorno), si posizionano i fedeli che hanno fatto un voto di trasportare a spalla ceri accesi, spesso di dimensioni solo di poco inferiori al peso delle stesse persone. Uno dei momenti più commoventi avviene nella notte tra il 5 e il 6 febbraio. Dopo un'intera notte in processione, i fedeli trascinano la vara e le candelore di corsa lungo una salita ripida di alcune centinaia di metri, a 'cchianata di San Giuliano, fino ad arrivare nella via dei crociferi. Su quest'ultima strada si affacciano alcuni conventi di clausura femminile e le suore, per l'unica uscita pubblica a loro concessa (sebbene restino nascoste alla vista dietro le grate delle chiese barocche), intonano davanti ai cittadini un canto di preghiera a Sant'Agata.
Nell'immagine, alcuni bambini fedeli trasportano i ceri votivi, ©Luca Fiore (http://www.flickr.com/photos/flauez/sets/72157602509010937/) Uno dei devoti che custodisce il fercolo di Sant'Agata durante la processione

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