Il Congresso americano è pronto a superare il veto di Barack Obama e ad approvare una legge controversa (Jasta) che consentirà ai familiari delle vittime dell’11 settembre di denunciare l’Arabia Saudita come responsabile. Siamo nel 15esimo anniversario dell’attentato terroristico più grave della storia e la legge proposta dai senatori John Cornyn e Charles Schumer, rispettivamente repubblicano e democratico, ha ottenuto un consenso senza precedenti.
LA LEGGE. Il testo prevede l’inserimento di una postilla nella legge del 1976 che garantisce alcune immunità ai paesi stranieri dalle cause intentate nelle corti americane. La proposta vuole esplicitare che l’immunità non vale nel caso in cui un paese straniero venga riconosciuto colpevole per attacchi terroristici che abbiano ucciso americani sul suolo degli Stati Uniti. L’Arabia Saudita rischierebbe grosso perché 15 dirottatori su 19 erano sauditi e perché esistono prove che collegano i terroristi ad alcuni ufficiali sauditi residenti negli Stati Uniti. Riyad però ha sempre negato il coinvolgimento del «governo saudita come istituzione e funzionari senior». Per molti, infatti, sono stati coinvolti funzionari junior.
PRO E CONTRO. Barack Obama ha già annunciato che domani metterà il veto sulla legge, ma se entrambi i rami del Congresso votano a maggioranza di due terzi la decisione del presidente può essere annullata. E secondo il Wall Street Journal è esattamente quello che succederà. La legge è controversa e non riguarda solo il rapporto stretto tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Se, per ritorsione, altri paesi facessero lo stesso con gli Usa, l’America si troverebbe nei guai. Come ricordato per l’ennesima volta da Josh Earnest, capo ufficio stampa della Casa Bianca, «gli Stati Uniti beneficiano dell’immunità più di qualunque altro paese al mondo, perché influenzano la comunità internazionale più di ogni altro paese al mondo». I sostenitori della legge rispondono però a questa obiezione affermando che l’immunità non viene tolta in modo generico, ma solo per un crimine ben specifico, anche se tutti comprendono che il problema è politico.
MINACCE SAUDITE. Quando ad aprile la proposta di legge è entrata alla Camera, l’Arabia Saudita ha minacciato di vendere tutti i titoli del debito americano e gli asset di cui dispongono per un totale di 750 miliardi di dollari. La mossa sarebbe antieconomica anche per Riyad, ma questo potrebbe non essere un deterrente sufficiente per i sauditi. Sicuramente, si rovinerebbe il rapporto economico e politico strettissimo tra i due paesi: solo negli ultimi giorni gli sceicchi hanno comprato da Washington 1,15 miliardi di armi. In tutto, negli ultimi otto anni, ha acquistato armamenti per 100 miliardi. E Washington fa volare i suoi droni in Medio Oriente dalle basi messe a disposizione dai sauditi.
«SE SONO INNOCENTI, NON DEVONO TEMERE». Più volte i familiari delle vittime dell’11 settembre hanno cercato di far causa all’Arabia Saudita negli ultimi anni, invano. Se la legge passerà, potranno farlo. Ma questo non per forza dovrà rovinare i rapporti tra americani e sauditi. «Se il governo saudita è innocente, non ha niente da temere», afferma fingendo di non capire il problema di fondo il senatore democratico Richard Blumenthal. «Se è colpevole, deve essere considerato responsabile. Ma solo chi se lo merita verrebbe punito».
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